Vitigno
75% chardonnay e 25% pinot meunier
Gradazione Alcolica
Vol. 12%
Vinificazione e Affinamento
La cuvée di base è composta da un’unica annata; di fatto un millesimato. Come buona regola vuole, il pinot meunier non svolge la fermentazione malolattica per preservare freschezza e vivacità. La sosta sui lieviti è di oltre 66 mesi, non dosato alla sboccatura (dosage zero)
Aspetto
Colore paglierino con perlage discreto
Naso
Al naso punta deciso su sensazioni di gesso
Bocca
Palato strutturato e fresco
Formato Bottiglia
0,75 lt
Un giovane che già fa parlare di sé. Geoffrey Delouvin, studi enologici in Alsazia e solida gavetta nelle cantine di mezzo mondo (Nuova Zelanda ed Australia incluse), da poco più di tre anni ha assunto le redini dell’azienda di famiglia. Passo dopo passo è riuscito nel non facile intento di coniugare lo stile tradizionale dello Champagne di famiglia con la sua smania di rinnovamento; anche lui coinvolto in quel “fermento di idee” che, sotto traccia, anima la nuova generazione di Vignerons della zona. I numeri dell’azienda: sette gli ettari all’attivo, in larga parte (oltre l’80%) piantati a Pinot Meunier, tutti sul comune di Vandieres, ritenuto ufficiosamente il “Village Grand Cru” di questo vitigno. Non è infatti certo un caso se tutte le più famose Maisons di Champagne ogni anno cercano ed acquistano su Vandieres il Pinot Meunier per comporre le loro cuvée d’eccellenza. Il motivo è semplice; solo in queste terre il vitigno assume risvolti sapidi e minerali in luogo della semplicità di frutto che si riscontra in larga parte dei comuni della Vallée de la Marne. Geoffrey produce circa 40.000 bottiglie all’anno, distribuite tra “linea classica” e “interpretazioni moderne”, figlie dell’estro e delle capacità di questo giovane “enfant prodige” dello Champagne. Protagonista, della gamma, com’è ovvio, il Pinot Meunier, spesso quale mono-cépage per letture del vitigno che spaziano dalla beva “sbarazzina” (ma non priva di profondità e finezza) a soluzioni “innovative” (vedi un Pinot Meunier non dosato con lunga sosta sui lieviti). Quale base comune un lavoro certosino in vigna ad innalzare a dismisura l’asticella qualitativa delle uve lavorate in proprio.